Lunedi 16/09/2013 Milano al Micam si e’ svolto il convegno Federcalzature dal titolo:

 “LA CRISI DEL RETAIL ITALIANO VERSUS

IL FORTE SVILUPPO DELLA VENDITA INTERNET

NEL SETTORE CALZATURE IN ITALIA ED EUROPA”

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Il presidente di Federcalzature, Massimo Donda ha introdotto gli oratori:

Cleto Sagripanti: Presidente Assocalzaturifici

Roberto Liscia: Presidente Netcomm

Stephane Treppoz: AD Sarenza France

Andreas Schmeidler: Country Manager Italia vente-privee.com

Giuseppe Tamola: Country Manager Italia Zalando

Esistono 5 “frasi famose” che furono espresse in riferimento all’avvento di nuove tecnologie e che passarono alla storia, come le peggiori profezie in assoluto!

Tutte e 5 furono espresse da leader indiscussi all’epoca, che pero’ rappresentavano il “vecchio mondo” che aveva tutto da perdere dall’introduzione della nuova tecnologia, salvo poi, magari, saltarci sopra dopo il suo incredibile successo:

 

1) Wiliam Orton, Presidente di Western Union Telegraph Company, disse nel 1876: “Il telefono ha cosi’ tanti difetti, che non puo’ essere un valido mezzo di comunicazione. Per noi non ha alcun valore.”

2) Henry M. Warner (1881-1958), Presidente Warner Bros. azienda allora leader nei film muti disse: ”Ma chi diavolo vuol sentir parlare gli attori???”…

3) Darryl F. Zanuck (1902-1979), fondatore della 20th Century Fox, disse: ”Le persone si stancheranno ben presto di guardare ogni sera la televisione”…

4) Thomas John Watson (1874-1958), fondatore della IBM, disse: C’e’ un mercato mondiale solo per 5 computer.”

5) Ken Olsen (1926-2011), fondatore della DEC Digital Equipment Corporation, storico produttore di mainframe oggi HP, disse: ”Non vi e’ motivo che qualcuno abbia un computer a casa”.

6) John Naisbitt (1926-) autore di megatrends, disse:”Gli acquisti tramite il computer non rimpiazzerebbero mai la gioia dell’acquisto personale”.

 

Orbene cosa ne pensiamo noi, qui oggi?

L’e-commerce cancellerà i punti vendita al dettaglio?

Il retail è morto?

I punti vendita al dettaglio soccomberanno sotto l’insidia del commercio online?

I negozi del futuro saranno solo virtuali?

Questo scenario non è poi tanto inverosimile. Succederà veramente pero’?

Spesso acquistiamo prodotti e andiamo a fare shopping per soddisfare altri bisogni più profondi che l’acquistare semplici prodotti: distrarsi dalla routine, socializzare, passare un po’ di tempo fuori casa… insomma: non compriamo solo ciò che ci è strettamente necessario.

Lo stesso principio per cui non si va a ristorante solo per nutrirsi, ma per il piacere di stare a tavola.

Questa crisi feroce che oramai da 5 lunghi anni ci attanaglia senza voler terminare mai, e’ la principale causa della chiusura a pioggia dei nostri bei negozi multimarca italiani.

La chiusura non e’ solo la cessazione di un ulteriore esercizio commerciale, di una nuova ragione sociale, essa e’ soprattutto una grave perdita, non solo economica ed umana, ma sociale e culturale.

Un negozio non e’ solo fatto di mura, di arredi, ne’ di merci, ma dietro ad ogni insegna piccola o grande c’e’ un individuo, un imprenditore, una testa pensante, con un proprio gusto estetico, un suo personalissimo modo di interpretare la moda e le sue tendenze.

I dettaglianti sono dei professionisti, che in anni di attiguita’ e di simbiosi con i consumatori, hanno “insegnato” alla propria clientela, al proprio paese, oppure citta’ a vestire e calzare la moda italiana ponendosi come mediatori professionisti, tra le proposte stilistiche e le esigenze della strada.

Con le proprie scelte imprenditoriali e con le proposte selezionate nelle loro vetrine hanno creato attraverso i decenni una cultura del fashion diffusa in tutto il nostro Paese.

Sono stati sempre di riferimento per il proprio territorio, ponendo le fondamenta di quello stile italiano nel mondo anche attraverso il fenomeno del turismo che e’ stato portabandiera della disseminazione del mito del made in Italy worldwide, mito alla base delle esportazioni del fashion italiano e cosi’ tanto osannato ed invidiato all’estero.

La chiusura di ogni singolo punto vendita non e’ quindi solo un ulteriore aggravante della recessione economica che stiamo vivendo, ma e’, soprattutto, una grave perdita per l’intera comunita’. Un gravissimo danno sociale che non possiamo stare a guardare indifferenti nel suo acquirsi.

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Netcomm_Liscia_Federcalzature_160913 (Pdf, 2,43 Mbyte)

 

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